ciò che vediamo


Cosa vediamo ? di solito nella vita di tutti i giorni difficilmente ci soffermiamo ad osservare… questo prima del #coronavirus naturalmente, immagino che oggi come oggi le poche persone che riescono a portare fuori il cane o a fare un poco di sport (sempre seguendo le regole del governo naturalmente) prestino molta più attenzione all'altro.
Questa maggiore attenzione, se priva di paura e di pregiudizi, può portare a scoperte interessanti. Siamo da sempre un popolo contaminato da diverse influenze di conquista, di migrazione ed emigrazione. Queste influenze hanno lasciato in noi le loro tracce, culturali e sociali ma sopratutto fisiche, perché oggi il nostro aspetto è il risultato della storia del nostro paese, degli incontri e delle fusioni avvenute attraverso la storia, cosi capita che una ragazza italiana possa avere capelli ricci africani di colore biondo ed occhi azzurri tipici invece dei popoli del Nord, come capita che possa avere forti tratti autoctoni di popoli preItalici (come gli etruschi) ed avere in famiglia un parente prossimo, come la madre o il padre, di origini straniere.
È la nostra forza, millenni di cultura e di culture dentro di noi ci permettono oggi di essere più forti. In un mio recente studio, alquanto tecnico lo ammetto, andavo cercando proprio questi frammenti di forza. Nell'immagine soprastante abbiamo una ragazza, italiana per generazioni i cui tratti ereditari vanno dal Messico, all'Etiopia, passando per Turchia, Perù, Libano e Cameroon. Quando la si incontra si capisce subito che ha dei tratti particolari tanto quanto non è possibile non classificarla subito come italiana. In questo studio Grafico, Teorico e Culturale ho voluto sperimentare anche una contaminazione Tecnica, mixando tra di loro; Fotografia Digitale, Incisione e Serigrafia.
Partendo quindi da un ritratto digitale si è operato un transfer dell'immagine stampata tramite un torchio incisorio su di una carta spessa, sulla quale in terza fase sono stati stampati dei particolari del volto in tecnica serigrafica. Il risultato è stato sorprendente per due scoperte molto interessanti, la prima sulla resa finale del transfert dal digitale al cartaceo, qui la foto digitale ha subito una trasformazione naturale che l'ha portata ad assumere tutte le caratteristiche di una vecchia foto analogica di tipo Dagherrotipo. La seconda sulla resa del Colore nel transfer dal digitale al cartaceo, ogni trasferimento fotografico risultava unico perché a seconda della forza applicata dal torchio e del tipo di stampante da cui la lastra veniva stampata si avevano tratti e colori unici.
Si è scoperto infatti che una stampante #Xerox genera transfer incisori che vertono sul blu/verde, mentre una stampante #Canon genera una gamma che verte sui toni del marrone/rosso, l'#Hp al contrario mantiene delle tonalità neutre di grigio. ma tutto questo per dire cosa ? beh abbiamo preso le tre tecniche classiche per eccellenza, la fotografia, l'incisione e la serigrafia e da queste abbiamo ottenuto un opera finale che anche essendo ogni volta unica ed irripetibile mantiene al primo sguardo tutta la classicità con la quale è stata generata. Cosi come ogni persona è unica di per se e comunque portatrice di tutta la nostra storia. 

(Stampa singola messe a colore, da foto in B/N scattata con Canon obiettivo, EF 70-200 mm F/4 in camera oscura, luce flash alle spalle dei soggetti sincronizzata con la camera, luci diffuse sul viso)

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